La mistica del noir - 1
04 marzo 2011 Archiviato in: Scrittura
Premessa: non ho niente contro i romanzi noir, qualunque sia il significato attribuito (spesso con molta approssimazione) al termine. Ne ho letti molti, molti mi sono piaciuti, molti no.
Quello che capisco meno è perché tanti che amano (o scrivono) il noir non possano fare a meno di detestare quello che loro chiamano "giallo", attribuendogli diverse turpi caratteristiche tra cui, la più turpe, quella di avere una funzione consolatoria, una sorta di oppio per lettori allo scopo di distoglierlo dalla lotta di classe.
Per come la vedo io, a) il giallo moderno non ha necessariamente intenti consolatori, anche quando incidentalmente si conclude con l'arresto di un colpevole e b) nessuno vieta di andare a spaccare la vetrina di una banca dopo essersi rilassato con un Poirot d'annata né di andare a passare le proprie otto alienanti ore alla postazione di un call center o alla cassa di un ipermercato dopo essersi gasato un po' con la lettura di un tosto noir urbano.
Quello che capisco meno è perché tanti che amano (o scrivono) il noir non possano fare a meno di detestare quello che loro chiamano "giallo", attribuendogli diverse turpi caratteristiche tra cui, la più turpe, quella di avere una funzione consolatoria, una sorta di oppio per lettori allo scopo di distoglierlo dalla lotta di classe.
Per come la vedo io, a) il giallo moderno non ha necessariamente intenti consolatori, anche quando incidentalmente si conclude con l'arresto di un colpevole e b) nessuno vieta di andare a spaccare la vetrina di una banca dopo essersi rilassato con un Poirot d'annata né di andare a passare le proprie otto alienanti ore alla postazione di un call center o alla cassa di un ipermercato dopo essersi gasato un po' con la lettura di un tosto noir urbano.
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