L'iPad c'è, i lettori anche. E i libri?
Ieri sera ho messo online il mio primo romanzo, pubblicato nel 2002 e andato fuori catalogo (il libro è QUA, liberamente scaricabile). Ho dato la notizia a tre o quattro blog che si occupano di iPhone e iPad (non di narrativa, dunque). Dopo mezz’ora la notiza era online su tutti i blog; dopo un’altra mezz’ora i contatti della pagina su cui è l’ebook sono schizzati di colpo a livelli mai raggiunti prima. Oggi, dopo circa ventiquattr’ore, sono diverse centinaia i visitatori che hanno scaricato il libro.
Ora, premesso che pur facendo lo scrittore non sono particolarmente addentro ai meccanismi dell’editoria e che non voglio generalizzare la mia esperienza fino a trarne leggi di mercato, mi pare abbastanza chiaro che l’interesse suscitato dall’iPad in quanto lettore di libri digitali è grande, e che la risposta dell’editoria italiana è quanto meno scarsa, se non prossima allo zero. La stessa impressione me l’ha data la lettura dei commenti ai post che pubblicizzavano la mia iniziativa: generalmente grati, qualcuno entusiasta. C’è stato anche chi ha scritto “l’avrei scaricato anche se non fosse stato gratis” (e mo’ me lo dici?).
Insomma, la mia sensazione è che ci sia una discreta quantità di gente che non vede l’ora di darsi alla lettura digitale (e che una parte di questa gente sarebbe persino disposta a pagare per farlo) ma che gli editori italiani stiano lì alla finestra. Magari quelli grandi hanno altro a cui pensare e nemmeno hanno bisogno di affrettarsi, avendo ampi margini di guadagno sul fronte dell’editoria tradizionale; ma i piccoli, i medi? Non sono interessati a un mercato ancora vergine?
Ora, premesso che pur facendo lo scrittore non sono particolarmente addentro ai meccanismi dell’editoria e che non voglio generalizzare la mia esperienza fino a trarne leggi di mercato, mi pare abbastanza chiaro che l’interesse suscitato dall’iPad in quanto lettore di libri digitali è grande, e che la risposta dell’editoria italiana è quanto meno scarsa, se non prossima allo zero. La stessa impressione me l’ha data la lettura dei commenti ai post che pubblicizzavano la mia iniziativa: generalmente grati, qualcuno entusiasta. C’è stato anche chi ha scritto “l’avrei scaricato anche se non fosse stato gratis” (e mo’ me lo dici?).
Insomma, la mia sensazione è che ci sia una discreta quantità di gente che non vede l’ora di darsi alla lettura digitale (e che una parte di questa gente sarebbe persino disposta a pagare per farlo) ma che gli editori italiani stiano lì alla finestra. Magari quelli grandi hanno altro a cui pensare e nemmeno hanno bisogno di affrettarsi, avendo ampi margini di guadagno sul fronte dell’editoria tradizionale; ma i piccoli, i medi? Non sono interessati a un mercato ancora vergine?
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